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«Leadership nell’era dell’Intelligenza Artificiale»: una nuova bussola per le imprese tra capitale umano, innovazione e responsabilità

 Il Gruppo Giovani Imprenditori del Terziario accende il dibattito sull’intelligenza artificiale nel cuore delle PMI: tra etica, innovazione e una nuova idea di leadership

26/05/2025 da Ufficio stampa

TRENTO. Dove sta l’equilibrio tra il valore umano e la potenza delle nuove tecnologie? È intorno a questa domanda che si è sviluppato il panel «Leadership nell’era dell’Intelligenza Artificiale: il compromesso tra valore umano e tecnologie nelle PMI», promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori del Terziario (GIT) di Confcommercio Trentino, all’interno del Festival dell’Economia di Trento 2025.

Un confronto intenso, partecipato, animato da voci autorevoli e prospettive plurali: Eleonora Angelini, imprenditrice e vicepresidente vicario del GIT; Nadio Delai, sociologo e dirigente d’impresa; Giuseppe Vaciago, avvocato cassazionista ed esperto di diritto dell’innovazione; Gianluca Dotti, giornalista scientifico; e Paolo Zanolli, presidente del GIT e imprenditore nel settore agrochimico, che ha aperto i lavori con una riflessione lucida sul ruolo dell’associazionismo economico.

«L’intelligenza artificiale è già una realtà nelle imprese italiane, ma nelle microimprese – che rappresentano oltre il 90% del tessuto produttivo nazionale – l’adozione è ancora limitata. La vera sfida è rendere l’IA accessibile, concreta, sostenibile» – ha affermato Paolo Zanolli. «Le nostre aziende non hanno budget milionari o reparti R&S, ma hanno prossimità, flessibilità, conoscenza del cliente. Qui l’associazione di categoria può fare la differenza: formare, accompagnare, creare reti e strumenti condivisi».

Zanolli ha raccontato l’esperienza dell’hub Orizzonti, uno spazio ideato dal GIT per supportare le giovani imprese del terziario, dove si stanno già sperimentando soluzioni basate su IA, come assistenti virtuali per l’orientamento associativo e chatbot intelligenti per la gestione di servizi e convenzioni. «È un progetto pilota che vogliamo estendere a tutto il sistema Confcommercio. Perché oggi – ha aggiunto – chi guida un’impresa ha una doppia responsabilità: innovare e ispirare. Non sarà la macchina a sostituire l’intelligenza emotiva. La vera sfida è tra chi guida il cambiamento e chi lo subisce».

A portare la voce di una generazione cresciuta nel passaggio dall’analogico al digitale è stata Eleonora Angelini, che ha richiamato le leggi della robotica di Asimov per evidenziare il bisogno di una nuova etica. «L’IA ci costringe a ripensare le regole del gioco, e come ogni rivoluzione tecnologica nella storia – dalla stampa di Gutenberg alla rivoluzione industriale – apre opportunità ma anche squilibri. La leadership del presente deve saper reggere questa complessità».

Nadio Delai ha delineato tre cardini per affrontare l’IA senza subirla: consapevolezza nella formulazione dei prompt, sviluppo di un pensiero metacognitivo (un “metalivello” sopra la macchina) e presidio dei territori della coscienza, dell’intuizione, dell’immaginazione. «Senza linguaggio e pensiero, non c’è libertà. E senza libertà, l’innovazione è solo una gabbia dorata». Il suo invito: «Rileggere la Leggenda del Grande Inquisitore nei Fratelli Karamazov. È la palestra della libertà che ci serve oggi».

Giuseppe Vaciago ha offerto uno sguardo preciso sul quadro normativo, con un’analisi dell’AI Act europeo e un confronto con gli approcci di Cina e Stati Uniti. «Il diritto non basta. L’Europa ha il coraggio di dire che viene prima l’etica: impatto etico, diritti fondamentali, trasparenza. Ma la domanda è: sapremo davvero fermarci quando serve?».

Il panel ha esplorato anche le applicazioni concrete dell’IA in settori come l’agrochimica – dove Zanolli ha illustrato casi d’uso su selezione del personale, ritardi di pagamento e diagnostica delle colture – e l’ingegneria, con l’intervento di Angelini sulla modellazione BIM e le potenzialità per la progettazione edilizia pubblica.

L’incontro ha confermato il ruolo strategico di Confcommercio Trentino e del GIT come corpi intermedi capaci di interpretare il cambiamento, tenendo insieme prossimità e visione, impatto concreto e responsabilità collettiva.

Il messaggio che arriva da Trento è chiaro: l’intelligenza artificiale non sostituirà l’umano, ma ne amplierà le possibilità solo se sapremo usarla con intelligenza, visione e coscienza. È tempo di una leadership che coniughi tecnica e poesia, codice e capitale umano.