Cinque generazioni a confronto
Oggi viviamo in un contesto lavorativo dove si confrontano più generazioni, dai Baby Boomer (nati tra il 1946 e il 1964) fino ai rappresentanti della Generazione Alpha (dal 2012 in poi). Ognuna porta con sé valori, bisogni e aspettative differenti.
Secondo il recente studio “People at Work”, condotto dall’ADP Research Institute su oltre 32.000 lavoratori in 17 Paesi, inclusi circa 2000 in Italia, emergono chiaramente differenze sostanziali nelle aspettative lavorative di ciascuna generazione:
Con il passare degli anni le esigenze dei lavoratori cambiano e le aziende, ora, si trovano a gestire e motivare cinque generazioni diverse nello stesso ambiente di lavoro.
Risulta, quindi, fondamentale adottare strumenti efficaci per attrarre nuovi talenti e fidelizzare quelli già presenti: uno dei principali è certamente il welfare aziendale.
Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, nel rapporto presentato il 30 maggio al Festival del Lavoro di Genova, evidenzia come il 62,8% dei professionisti intervistati rilevi un incremento significativo del numero delle PMI che adottano misure di welfare aziendale, con punte massime del 69,2% nel Nord Est.
In uno scenario occupazionale caratterizzato da difficoltà di copertura per quasi la metà delle posizioni aperte, il welfare aziendale ha assunto una valenza in chiave di acquisizione di nuovi talenti e trattenimento delle professionalità, apportando benefici anche alla brand reputation. In particolare, il buono pasto si conferma la misura di welfare in maggiore crescita, con un incremento del 62,4%. Seguono i buoni spesa/shopping (57,0%) e i buoni benzina (53,6%), a testimonianza di una crescente attenzione delle imprese verso forme di sostegno economico diretto ai lavoratori. In forte aumento anche il rimborso delle utenze domestiche (48,4%) e l’assistenza sanitaria (44,4%), che indicano un focus sul benessere e la qualità della vita. Tra le misure a carattere familiare e previdenziale figurano il contributo per spese nido/asilo (23,4%), la previdenza complementare (21,4%), il contributo per i trasporti (19,3%) e quello per la formazione dei figli (17,2%). Chiudono l’elenco il sostegno per familiari non autosufficienti (11,5%), le convenzioni con partner esterni come viaggi, fitness e formazione (10,8%), i mutui (10,0%) e la fornitura di alloggi a condizioni agevolate, con una crescita più contenuta del 3,9%. Anche soluzioni come lo smart working e la flessibilità oraria conciliano le esigenze dei lavoratori, permettendo di gestire al meglio l’equilibrio vita-lavoro e dell’azienda, aumentando la produttività aziendale e di conseguenza il fatturato.
Se da un lato la tendenza è chiaramente orientata verso una crescente diffusione del welfare aziendale, dall’altro lato permane una certa difficoltà, soprattutto tra le PMI, nel comprenderne appieno gli strumenti e i benefici fiscali, sollevando interrogativi sulla sostenibilità economica nel lungo periodo.
In risposta a queste esigenze, nasce Cipay, il servizio offerto da Confcommercio Trentino, pensato proprio per semplificare l’accesso al welfare e supportare le imprese nel mettere a disposizione dei propri collaboratori soluzioni personalizzate, efficaci e sostenibili.
Non un semplice strumento, ma un vero e proprio ecosistema che offre alle aziende la possibilità di incentivare i propri dipendenti attraverso benefit tangibili e mirati.
Ma Cipay non è solo un vantaggio per le aziende e i loro dipendenti. La sua missione è anche quella di sostenere e valorizzare l’economia del territorio. I benefit erogati tramite la piattaforma possono essere spesi esclusivamente presso la rete di negozi di vicinato, attività commerciali e ristoranti locali aderenti.
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