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Intervista del presidente di Confcommercio sul Corriere della Sera Milano

Sangalli: "I negozi presidio delle città"

Nel capoluogo lombardo da gennaio a luglio 2025 hanno chiuso 473 negozi. Le cause: consumi in calo, acquisti online, caro bollette e affitti. Confcommercio lancia il progetto "Cities" per contrastare la crisi

14/08/2025 da Ufficio stampa

Già 473 attività commerciali in città hanno chiuso i battenti da gennaio a luglio: un numero impressionante se si conta che furono 490 nell'intero biennio 2024-2024 e la tendenza pare inarrestabile. A chi sostiene che la difesa dei negozi sia una battaglia di retroguardia, risponde il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: "L'evoluzione tecnologica e la molteplicità dell'offerta commerciale e dei servizi sono la forza e il futuro delle nostre imprese. Tuttavia è chiaro a tutti che quando vengono a mancare queste attività di vicinato, vie e quartieri diventano meno vivibili, meno sicuri, più bui e quindi meno attrattivi".

È un allarme desertificazione?

"Oggi la nostra città si confronta con gli aspetti critici della sua lunga corsa che si traducono in crescita disomogenea. Ciò significa prezzi record degli immobili, affitti molto elevati, stipendi fermi e periferie problematiche. Il risultato è che anche nella Grande Milano si sta verificando, pur se progressivamente, il pericolo della desertificazione commerciale. Un problema che investe in modo trasversale la città con criticità maggiori in periferia".

Quali sono le cause?

"Penso soprattutto a commercio on line e costi degli affitti. Naturalmente pesano anche la contrazione dei consumi, l'aumento dei costi energetici e delle materie prime. L'on-line, però, deve diventare sempre più un'opportunità perché il mix tra commercio fisico e digitale è ormai fondamentali".

Incide anche sul turismo questa situazione?

"Il turismo, soprattutto straniero, ha un peso sempre più rilevante nell'economia milanese, per l'indotto diretto che genera ma anche come attivatore di investimenti per le infrastrutture materiali e immateriali. La progressiva crisi dell'offerta del commercio e dei servizi di vicinato può renderla meno attrattiva: anche per questo va contrastata".

Soluzioni possibili?

"Confcommercio, insieme agli enti locali, ha avviato a livello nazionale il progetto Cities (Città e Terziario, Innova * zione, Economia, Socialità) per introdurre più azioni. Cities poi, rafforza i Duc, i 208 distretti urbani del commercio sostenuti dalla Regione e 13 in raccordo col Comune. A Milano, ad esempio, abbiamo avviato una partnership con Consorzio cooperative per promuovere commercio e servizi di vicinato nei complessi abitativi. In particolare, è già partita una assegnazione di spazi a prezzi calmierati nell'area di Bisceglie. A Niguarda, in collaborazione con il Comune, abbiamo avviato un test che ha portato alla riqualificazione di Piazza Belloyeso in termini di decoro, vivibilità e offerta commerciale e di servizi".

Temete effetti dei dazi?

"Sicuramente la politica altalenante dei dazi decisa da Trump genera incertezza. In prima linea ci sono le aziende che esportano negli Stati Uniti prodotti per oltre 2 miliardi. Ma se l'Unione Europea dovesse rispondere con misure equivalenti i problemi potrebbero investire anche i consumatori".

L'indagine sull'urbanistica di Milano la preoccupa?

"Preoccupazione sì, ma non condivido il clima di pessimismo perché Milano, in passato, ha attraversato momenti più difficili. L'indagine sull'urbanistica rischia di frenare progetti edilizi di grande rilevanza ma è auspicabile che siano individuate anche soluzioni, da parte di tutti, per non paralizzare la città".

Si aspettava le dimissioni di Sala?

"Tutt'altro. Sala, come nel caso di Expo, ha fatto bene a non dimettersi. Allora salvò letteralmente quella manifestazione che ha cambiato il volto di Milano. Oggi crediamo che resterà al suo posto solo se potrà portare avanti i suoi obiettivi. Non dimentichiamo che Sala è un manager e nel suo dna, direi anche nel suo carattere, non c'è la strategia attendista del tirare a campare".

Stadio si o no?

"San Siro è uno dei punti più attrattivi di Milano, perderlo sarebbe un autogol imperdonabile. Mi auguro che su questo le forze politiche sappiano trovare una linea comune nell'interesse di tutti".

E sul monito lanciato dall'arcivescovo Delpini?

"Il nostro arcivescovo ha lanciato un monito severo ma anche pieno di speranza. E preoccupato per la componente individualista, avida e indifferente di Milano. Ma nello stesso tempo ha fiducia perché ritiene che la Città abbia le energie e le risorse per reagire ritrovando il senso del bene comune. Il "noi" oltre rio". Siamo a un bivio e Delpini ci indica la via per costruire un futuro più giusto e quindi più solido. E a proposito di speranza, vorrei ricordare una immagine che credo tanti porteranno negli occhi e nel cuore a lungo: quella dei giovani radunati a Tor Vergata per il Giubileo e l'incontro con papa Leone. Ecco, quella è la forza di cui abbiamo bisogno".


tratto da Corriere della Sera Milano di Elisabetta Soglio
Fonte: Confcommercio - Imprese per l'Italia